Al fianco della società civile serba:

fermiamo la repressione e difendiamo lo spazio civico

La situazione della società civile in Serbia continua a destare profonda preoccupazione e richiede la massima attenzione europea. Giovani Senza Frontiere (Giosef Italy), raccogliendo l’invito dell’European Civic Forum, ha sottoscritto una dichiarazione, co-firmata da quasi 140 organizzazioni della società civile europea. Il documento ha ricevuto ampia attenzione mediatica, senza tuttavia ottenere ancora una risposta ufficiale da parte delle istituzioni europee.

Al fianco della società civile serba: la repressione

Le proteste che scuotono la Serbia da mesi hanno avuto origine dalla tragedia del 1° novembre 2024 a Novi Sad, in cui il crollo della stazione ferroviaria recentemente ristrutturata ha causato 15 morti e numerosi feriti. Un evento che ha messo drammaticamente in luce le responsabilità istituzionali, alimentando proteste civiche sempre più ampie e determinando una forte richiesta di cambiamento sistemico.

Nonostante la legittimità e il carattere pacifico delle manifestazioni, il governo serbo continua a reagire con una repressione crescente, volta a silenziare le voci critiche e restringere lo spazio civico. Si susseguono episodi di violenza istituzionale, intimidazioni sistematiche e criminalizzazione di attivisti e organizzazioni che difendono la democrazia e i diritti fondamentali. La recente perquisizione illegale della polizia serba presso cinque ONG leader nel Paese testimonia un preoccupante salto di qualità in questa strategia repressiva.

Particolarmente allarmante risulta l’episodio verificatosi a Belgrado durante la manifestazione studentesca del 15 marzo 2025, convocata per commemorare pacificamente le vittime della tragedia di Novi Sad. Testimonianze dirette, prove audiovisive e rapporti circostanziati elaborati da CRTA (Centro per la Ricerca, la Trasparenza e la Responsabilità), Earshot NGO e altre organizzazioni per i diritti umani documentano con chiarezza l’impiego, da parte delle autorità, di un dispositivo acustico ad alta frequenza (LRAD o Vortex Cannon)

Tale dispositivo, il cui utilizzo in Serbia è illegale, ha provocato panico tra i manifestanti, causando centinaia di feriti con sintomi neurologici, crisi epilettiche, problemi cardiaci e scompensi gravi come il malfunzionamento di pacemaker.

Negazione, e repressione: la risposta delle istituzioni Serbe

Nonostante le evidenze, il Ministero dell’Interno, il Ministero della Difesa e il Presidente della Repubblica negano ogni responsabilità, rifiutandosi di avviare indagini ufficiali sugli avvenimenti. La magistratura, dal canto suo, non ha intrapreso alcuna iniziativa d’ufficio, ignorando testimonianze e prove disponibili, rafforzando così un clima di impunità. Parallelamente, si registrano numerosi episodi di aggressione e intimidazione verso manifestanti, avvocati impegnati nella difesa dei diritti umani, studenti, giornalisti indipendenti e figure politiche straniere. Le istituzioni serbe negano inoltre l’accesso al Paese a giornalisti internazionali che intendano documentare in modo oggettivo la situazione, compromettendo ulteriormente trasparenza e libertà di stampa.

Al fianco della società civile serba: la posizione di Giovani senza frontiere

Giovani Senza Frontiere condanna fermamente questa preoccupante escalation e ribadisce la piena solidarietà e il sostegno ai cittadini e alla società civile serba impegnati nella difesa dei valori democratici e dei diritti umani fondamentali. È urgente e prioritario garantire la sicurezza dei cittadini, il rispetto dei diritti fondamentali e tutelare il diritto inalienabile alla manifestazione pacifica.

Per queste ragioni, unendoci alle richieste della società civile europea ed internazionale, chiediamo con urgenza:

  • L’immediata apertura di un’inchiesta indipendente e trasparente sugli eventi del 15 marzo 2025 e sull’uso illegale di dispositivi acustici;
  • La fine immediata di ogni forma di violenza, repressione e intimidazione nei confronti di manifestanti pacifici, attivisti, studenti, giornalisti e operatori dei diritti umani;
  • La chiara condanna istituzionale, da parte delle autorità europee, verso gli abusi e la repressione in corso in Serbia, accompagnata da azioni concrete e misure diplomatiche di pressione per garantire il rispetto degli impegni democratici del Paese.

Giovani Senza Frontiere continuerà a monitorare da vicino gli sviluppi della situazione in Serbia e a collaborare con le reti internazionali per rafforzare il sostegno concreto alla società civile serba. Invitiamo tutte e tutti coloro che credono nei valori della giustizia sociale, della partecipazione democratica e dei diritti umani universali ad unirsi in questa azione di solidarietà, condividendo informazioni e mantenendo alta l’attenzione pubblica su quanto sta accadendo.

La dichiarazione ufficiale e l’elenco completo delle organizzazioni firmatarie sono disponibili al seguente link:

👉 European Civic Forum

In solidarietà e resistenza,
Lo staff di Giovani Senza Frontiere

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